Gay & Bisex
La prova del dildo
di Darkdaddy
04.04.2022 |
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"“Ora ti consiglio di tirare del popper: ti aiuterà molto con quanto sta per accadere”..."
Dopo una lunga relazione, ed una lunga pausa di riflessione, riprendo ad utilizzare le chat e vi trascorro molto tempo a chiacchierare online. Quei pochi ragazzi conosciuti dal vivo mi sembrano spesso insipidi o comunque con pochi interessi e con una cultura piuttosto limitata, per cui ho deciso di vederli solo per sesso, senza farli troppo parlare prima dell’atto, altrimenti mi si ammoscia.Mi piacerebbe provare a fare il passivo, magari con uomini esperti, che mi mettano a mio agio e che si prendano del tempo per rilassare il mio buco molto stretto… per questo motivo, un pomeriggio cambio profilo, e lancio un appello piuttosto diretto come “bell’universitario cerca uomini maturi attivi e dotati”.
Non tardano ad arrivare parecchi messaggi, pure troppi, tra i quali cerco di filtrare quelli con i requisiti richiesti. In effetti ne scarto molti: alcuni giungono addirittura a proporre del denaro… ovviamente rifiuto, dato che non è un mio phantasme. Altri ancora mi implorano di vederci dal vivo, senza scambio di foto, assicurandomi che sono definiti molto belli e grandi amatori da chi li ha provati… il che mi suona alquanto fasullo, per cui li evito.
Mi ritrovo infine a chattare con due o tre uomini solamente, che mi hanno inviato svariate foto eloquenti e sulle quali non nutro dubbi di veridicità, ciascuno interessante a modo proprio, intavolando discussioni erotiche su possibili nuove esperienze e su consigli per viverle senza sensi di colpa e con maggior appagamento.
In particolare, un professionista ultracinquantenne si dimostra prodigo di consigli e di premure, quasi ci tenesse a farmi vivere un’esperienza di pura lussuria senza alcun effetto collaterale. Dalla foto a figura intera e vestita sembra il classico notaio: non molto alto, un po’ pingue, calvizie incipiente – con tentativo maldestro di coprirla tramite riporto laterale – e barba ben rasata. Noto dei peli spuntare dalla camicia aperta. La foto del cazzo invece è davvero impressionante: ben ventuno centimetri di lunghezza, una cappella rotonda piuttosto grossa, ed in generale una circonferenza da far male se inserita in un orifizio. Si dilunga molto sull’importanza di rilassare ed allentare la stretta dell’ano, tramite lubrificanti a base di acqua o di silicone, spiegandomi la differenza, per poi introdurmi a prodotti come il crisco, una sorta di olio vegetale, e al j-lube, da non utilizzare però con i dildo perché potrebbe danneggiarli. Mi manda poi una foto della sua stanza dei giochi, dove al centro si trova una sling appesa al soffitto: sopra sono distesi alcuni dildo della sua collezione, di varie forme e misure.
Concludo la chattata perché ho appuntamento con degli amici per un caffè.
Dopo un paio d’ore di chiacchiere e di confronti sulla sessione di esami in arrivo, ci salutiamo e ognuno si avvia verso la propria abitazione. Mentre sto camminando lungo il viale, noto un tizio che mi sembra di avere già visto… pare essere proprio il notaio! Lo osservo da dietro i miei occhiali da sole, facendo attenzione ai dettagli del volto, ma tutto sembra corrispondere alle foto che mi ha inviato: un signore molto distinto, più vicino ai sessanta che ai cinquanta, vestito molto bene.
Ad un certo punto lui si gira verso di me, e si sofferma a guardarmi: proprio in quell’istante mi tolgo gli occhiali e ricambio lo sguardo, quasi ipnotizzato dalla situazione potenzialmente intrigante. Abbozzo un sorriso per lanciargli l’implicito messaggio che forse ci conosciamo: lui si avvicina piano, guardandosi intorno, e mi saluta con un semplice cenno della testa.
Quando è di fronte a me, gli parlo con un tono di voce molto basso, per non farmi sentire da altri passanti.
“Se hai una stanza dei giochi, allora mi sa che ci siamo parlati prima”.
“Mi sa tanto di sì… e se il caso ha voluto che ci vedessimo poco dopo la nostra chattata, allora il caso vuole che tu debba vedere questa stanza dei giochi di persona quanto prima… perché non mi segui?”.
La naturalezza con cui me lo chiede non mi fa esitare a rispondere affermativamente all’invito.
Mi fa cenno di attraversare la strada, dalla parte opposta rispetto a dove ero diretto, e ci incamminiamo verso una zona pedonale, dove ci sono uffici e palazzine residenziali. Dopo circa dieci minuti di cammino, in cui io sto qualche passo indietro e non ci parliamo, entriamo in un androne e, dopo aver passato un cortile interno, saliamo lungo delle scale fino al terzo piano, dove ci sono tre porte. Apre quella di sinistra, e mi fa passare prima di richiuderla alle mie spalle.
“Eccoci, questo è il mio rifugio dove solitamente incontro… e talvolta gioco. Ti va se ci mettiamo comodi sul divano? Preparo un caffè, intanto… o preferisci qualcos’altro? Ah, io mi chiamo Enzo”.
“Piacere, io sono Marco… in verità, ho appena bevuto un caffè… magari una coca cola? O dell’acqua… quello che hai va bene”.
“Certo… arrivo subito”.
Mentre sorseggio la coca cola, lui mi descrive nei dettagli un ultimo incontro tenuto proprio nella stanza dei giochi, in cui il ragazzo, un trentenne, si è disteso sulla sling e si è fatto infilare tre tipi diversi di dildo, uno dopo l’altro, per farsi allargare il buco così da farsi scopare dal suo cazzone senza troppo dolore. Sarà questo racconto, o l’idea che questa stanza dei giochi si trovi proprio dietro il muro che ho di fronte, ma comincio a sentire uno strano formicolio nel basso ventre, e devo darlo a vedere se lui propone di metterci più comodi, togliendoci i vestiti e rimanendo nudi sul divano, a parlare di esperienze sessuali e di giochi perversi.
“Parlare di esperienze sessuali completamente nudi aiuta a creare un clima più disteso e senza tabù”, mi confida.
Ha il corpo molto peloso, specie la pancia e il petto, e il cazzo già un po’ barzotto. Le foto non rendono giustizia: dal vivo è molto più grosso, e la cappella è davvero notevole.
“Allora… prima di farti vedere la stanza dei giochi, raccontami un po’… come mai l’attrazione per i maturi attivi col cazzone? E non è una domanda retorica... sono sinceramente interessato a saperne di più”. Mentre me lo dice, mi sento la salivazione azzerare e noto il suo cazzo diventare bello barzotto. Sento sempre di più l’eccitazione salirmi, ma in un modo dirompente, come se fosse potenziata da qualcosa oltre la libido naturale.
“Di solito scopo coi miei coetanei, da attivo, e non ho mai trovato qualcuno che mi ispirasse abbastanza da fare il passivo. Invece quando vedo certi uomini… non necessariamente belli, anzi… che però hanno quel qualcosa, un mix tra sicurezza di sé, carisma, successo lavorativo… insomma, non sono degli sfigati… ecco, mi eccitano gli uomini di potere”.
Mi sento accaldato, tanto che in mezzo alle gambe mi sento quasi sudato, col cazzo ormai in tiro, e pure il suo è in completo alzabandiera. Se lo accarezza con nonchalance, fissandomi negli occhi con un sorriso appena accennato, mentre io lo guardo un po’ beota, sempre più posseduto da una incredibile eccitazione per la situazione molto particolare.
“Intendi uomini in divisa oppure solo uomini con posizioni rilevanti, tipo dirigenti d’azienda, liberi professionisti, imprenditori…?”.
“Non direi uomini in divisa, non ne subisco il fascino… propendo per la seconda casistica, dove le capacità intellettive determinano il successo di una persona”.
“E includi anche i commercialisti e revisori dei conti tra questi?”, mi chiede, con uno sguardo a metà tra l’implorante e il sibillino.
“Allora non sei un notaio – scoppio a ridere – credevo fossi un notaio dalle foto!”.
“No, no, sono un dottore commercialista… ho anche trascorsi da direttore finanziario e CFO in alcune multinazionali, ma ora mi occupo solamente del mio studio, dove lavorano altri cinque associati. Sono un uomo bravo a far da conto, diciamo… e tu invece?”.
“La risposta più scontata sarebbe che sono un ragazzo bravo con le lingue straniere! In realtà studio economia… però parlo un paio di lingue straniere, per cui credo di esserci portato”.
Si appoggia allo schienale del divano, lasciando il cazzone bello svettante, quasi ad invitarmi ad assaggiarlo. Mi appoggia una mano sulla spalla, attirandomi verso di lui.
“Fammi sentire se sei davvero portato per le lingue… dagli solo una leccata all’asta, senza toccare la cappella”.
Non capisco più nulla davanti ad un cazzone del genere. Mi piego verso di lui, aprendo la bocca e tirando fuori la lingua, la cui punta comincia a passare l’asta dalla base fino alla cappella, dove mi fermo ad osservarlo: tiene gli occhi puntati sulla mia lingua, mentre la sua mano è passata dalla spalla alla mia nuca, così da guidarmi meglio in questo percorso gustativo.
“Bravo, continua a leccare solo l’asta, senza toccare la cappella… ne hai comunque un bel po’ da leccare, eh?”. Ora sposta la mano sulla mia schiena, scendendo fino al culo, che schiaffeggia piano ad intervalli regolari. Ad un certo punto si porta la mano alla bocca, se la lecca e ritorna sul mio culo, cercandone il buco.
“Rilassati… spingi in fuori la tensione, ed accoglierai il piacere… così, bravo…”.
Mi infila due dita facilmente, pur essendo piuttosto tozze, mentre continuo a leccare l’asta. Le fa entrare ed uscire, lentamente, penetrandomi il buco con molta naturalezza. Mi sento impotente di fronte alle sue voglie, come se dovessi assecondarlo in qualunque richiesta.
Non resisto più e gli prendo in bocca anche la cappella, leccandola e succhiandola, per poi mettermi in bocca tutto il cazzo. Mi tiene la nuca con la mano libera, spingendomi il cazzo a fondo in gola.
Ad un certo punto mi lascia andare, per poi avvicinarsi al mio naso.
“Prenditi un po’ di popper, se vuoi”, mi dice, porgendomi una boccetta di vetro scuro.
“No, grazie, non ne faccio uso…”.
“Se andiamo nella stanza dei giochi però forse ne avrai bisogno…” dice con un ghigno che non gli avevo ancora visto. Faccio un paio di tiri.
“Beh intanto dovresti mostrarmela, dato che non lo hai ancora fatto, cosa ne pensi?”.
Si alza, mi prende per mano, e mi porta nella stanza attigua al salone, dove c’è la sling che avevo visto in foto. Sotto c’è un materassino da palestra, piuttosto spesso, con uno sgabello e della carta da cucina. Sparsi per terra vedo dei dildo – ne conto quattro – ed un vasetto bianco. C’è anche un flacone di lubrificante, ed un cestino.
“Allora, vuoi provare a metterti disteso sulla sling?”. Annuisco convinto. “Ci sono delle regole… quando sarai disteso, sarai in mio possesso. Ti metterò le catene attorno alle mani e ai piedi, per cui non potrai muoverti più di tanto. Se farai resistenza, stringendo il buco del culo, io userò ancora più forza per aprirtelo, facendoti male… per cui devi metterti in testa che, una volta sulla sling, tu diventi una troia totale a mia disposizione: la tua bocca e il tuo culo diventano buchi che riempirò come meglio credo, col mio cazzone, o con le mie dita, o con un dildo, o anche con una mano… sono stato chiaro?”.
Mi sento dire ‘sissignore’ senza nemmeno pensarci: ecco, è arrivato il momento tanto atteso di sperimentare la sling per la prima volta. Sono molto tranquillo, e mi fido di Enzo: mi instilla una profonda sensazione di calma, che quasi stride con l’immensa eccitazione che sto provando in questo momento, tanto che mi battono i denti come se avessi freddo. Allo stesso tempo, avverto una voglia pazzesca di fare la troia col suo cazzone… voglio davvero che mi usi a suo piacimento, come vuole e quanto vuole.
“Ecco… mettiti così, bravo. Ora distenditi con la schiena ed appoggia la testa... bravo… ora alza le gambe. Te le infilo dentro queste catene, vedi? Così rimangono ancorate in questo punto. Alza il sedere e portati più giù, così da esporlo maggiormente… bravo. Ora il tuo culo è ben visibile ed esposto. Per ora le braccia te le lascio libere, se però le muovi in maniera inconsulta dovrò restringertele, chiaro?”.
Comincia a spalmarmi del lubrificante sul buco, per poi usarne un altro, infilandoci il beccuccio e spremendo il liquido all’interno. Mi si rizza di brutto il cazzo.
“Questo è un lubrificante giapponese… con questo beccuccio posso inumidirti per bene all’interno, così senti meno attrito quando entro col cazzo, o con altro…”.
Rimango fermo, a fissare il soffitto, mentre lui riprende ad infilarmi le dita nel culo, prima due, poi tre, facendole girare a 180 gradi senza sosta. Il mio cazzo sembra trovare tutto ciò molto eccitante, da quanto svetta verso l’alto. Infila infine un quarto dito, e mi sembra di andare in completa estasi da quanto piacere sto provando.
“Ecco… bravo… ti stai aprendo per bene… Ora possiamo davvero cominciare”.
Prende uno sgabello lì vicino e si siede, giusto davanti al mio culo. Afferra un primo dildo, di una lunghezza di circa 18 centimetri, una circonferenza importante ma non esagerata. Lo unge con del lubrificante, e lo fa scivolare lungo il solco intergluteo, spingendo senza entrare, quasi dando dei colpi di avvertimento senza sparare. Prosegue in questo modo per almeno dieci minuti, facendo ogni volta un po’ più di pressione sul buco, che ormai sta pulsando verso l’esterno, tanta è la voglia di sentirsi usato da quel dildo… gli chiedo di smetterla con questo teasing e di mettermelo dentro.
Non se lo fa ripetere e comincia ad inserirlo in maniera lenta ma decisa. Mi entra la cappella con molta facilità, non essendo particolarmente grossa, e poi l’asta, su cui versa altro lubrificante, facendo scivolare il dildo dentro il mio culo fino ai coglioni, spingendolo ben dentro alla fine, per assicurarsi che non sia rimasto fuori nemmeno un centimetro.
Lo tiene fermo dentro di me, guardandomi negli occhi: mi sento davvero una troia a trovarmi qui, su una sling, con un vecchio che mi infila un dildo nel culo, eppure sto benissimo, come se avessi raggiunto la pace dei sensi. Sento il cazzo quasi pulsare da quanto è duro.
Comincia a muoverlo, tirandolo un po’ fuori, per rimetterlo subito dentro, continuando questo movimento, estraendolo sempre di più per poi reinserirlo totalmente. Va avanti per un bel po’, mentre io mi godo lo spettacolo sia visivo che sensoriale. Non mi fa male per nulla, e riconosco la sensazione di piacere che mi dona quando me lo pianta tutto dentro in culo fino ai coglioni.
“Ora passiamo ad un livello superiore”.
Mentre lascia completamente inserito dentro il mio culo il dildo, ne prende in mano un altro, più lungo e con una cappella più consistente, che unge per bene e massaggia per assicurarsi che il lubrificante vada dappertutto. Il mio cazzo va ancor più in tensione, duro come l’acciaio.
“Rilassati… questo è solo poco più grande del precedente… quasi non dovresti avvertirne la differenza…”.
Sento che la cappella fa un po’ di frizione sul buco mentre entra, per poi allargare pian piano il canale lungo il suo passaggio. Me lo inserisce fino ai coglioni, ed invece di lasciarlo fermo comincia a girarlo in senso orario, facendogli compiere un giro completo, per poi continuare a farne altri.
Ad un certo punto lo estrae del tutto e lo rimette in velocità, quasi a volermi sorprendere nel momento in cui il mio buco si stava richiudendo: questa volta sento quasi male, perché non sono preparato a riaccoglierlo così presto, e mi sbilancio indietro sulla sling, aggrappandomi alle catene con le mani per non cadere di lato.
“Devi restare sempre in guardia… il culo, una volta aperto, deve rimanere tale finché si trova su una sling, non dimenticartelo mai. Se ti contrai, o ti richiudi, poi farai molta più fatica e proverai molto più dolore quando sarai scopato nuovamente”.
Annuisco con la testa, mentre con le braccia cerco di risistemarmi in una posizione più stabile e centrata. Lo tiene dentro immobile, quindi ricomincia a muoverlo, dentro e fuori, dapprima molto lentamente, poi acquisendo velocità, fino a replicare lo stantuffo di un vero cazzo che scopa un culo.
Mi sento sempre più svangare il culo, dapprima con dolore, poi quasi con un senso di liberazione, perché sono bello aperto e non mi fa più male, tanto che provo piacere a sentire il mio culo riempito da quel dildo. Lui se ne accorge e sorride, continuando col suo ritmo sostenuto. Ho sempre il cazzo molto duro, nonostante il dolore iniziale. Me lo tocco, masturbandomi ardentemente salvo poi smettere per non venire.
“Ti stai aprendo davvero molto bene, bravo. Come prima volta sulla sling, ti stai dimostrando un ragazzo proprio in gamba. Ci sono altri due livelli di fronte a te, con facoltà di scelta: il prossimo è obbligatorio, mentre per il quarto vedremo il da farsi”.
Gli chiedo maggiori spiegazioni, ma si rifiuta di articolare ulteriormente. Vedo le sue braccia muoversi, spalmando lubrificante su un nuovo dildo, di cui non vedo le forme. Ne spalma un bel po’, passando le mani ovunque, a quanto posso dedurre, guardandomi ogni tanto e ghignando come lui sa fare.
“Ora ti consiglio di tirare del popper: ti aiuterà molto con quanto sta per accadere”.
Mi infila il beccuccio del lubrificante dentro il culo, e schizza dentro parecchio liquido.
Inconsciamente mi porto la boccetta sotto al naso e comincio a inspirare una, due, tre volte per narice.
“Ancora… lo dico per il tuo bene”.
Quattro, cinque, sei volte per narice.
“Metti i polsi tra le catene, che te li blocco così non ti agiti… troppo”.
Faccio quanto mi dice, e lui mi fissa i polsi in maniera repentina, per ritornare alla sua posizione seduta di fronte al mio culo, non prima di avermi segato un po’ il cazzo super duro.
“Ora che sei bello spanato, devi provare questo. Non provare ad opporre resistenza, perché ti farai male, come ti ho appena spiegato” mostrandomi un dildo nero, lungo almeno ventidue centimetri, largo come il mio polso. Comincio a scuotere la testa, farfugliando frasi di rifiuto, agitando le braccia per liberarle, ma in realtà stringendo ancor di più la presa sui miei polsi.
La spinta della cappella contro il mio buco è molto forte e decisa. Non riesco a reggere l’assalto nemmeno se volessi, perché il buco si allarga istintivamente, e sento la cappella enorme del dildo enorme entrarmi di getto, immobilizzarsi per un attimo di assestamento, per poi proseguire dentro il mio culo, scivolando lentamente dentro di me.
“Tutto il lubrificante che ho messo dentro di te e sul dildo sta aiutando molto la penetrazione. Hai già preso circa metà del dildo… davvero bravo. Secondo me riuscirai a prendere anche questo completamente dentro il culo, fino ai coglioni”.
Prosegue inesorabile dentro di me, e mi sento sciogliere come neve al sole mentre questo dildo mi apre le viscere entrandomi in corpo. Ho il cazzo sempre più duro, che se me lo tocca esplode, ne sono certo.
Quando arriva completamente dentro, comincia a farlo uscire ed entrare di pochi centimetri, per farmi abituare a quella massa e per smuovermi il culo, facendomi impazzire di eccitazione.
“Ora ti svango il culo come se questo cazzone ti stesse scopando… dapprima piano” mantiene il ritmo già acquisito, “poi accelero”, velocizza il movimento, estraendo il dildo per almeno metà, “infine per spanarti il culo senza pietà”, e accelera di brutto, tirandolo fuori del tutto per poi ricacciarlo tutto dentro, senza pause.
“Aaah, mi stai spaccando il culo, piano, piano, ti prego, piano” piagnucolo, ma non capisco se il mio è vero dolore, o se in realtà voglio averne ancora di più dentro, come se la fame di essere riempito aumentasse proporzionalmente a quanto dildo è dentro di me.
“Zitto che stai godendo come una vera troia… guarda quanto è duro il tuo bel cazzo… adesso fatti svangare il culo per bene… voglio che il buco ti si allarghi talmente tanto che chiunque ti appoggi la cappella possa entrare tutto in fondo direttamente senza alcun ostacolo”.
In effetti penso che sarò talmente dilatato che basterà davvero appoggiarmi la cappella per essere risucchiato dentro il mio culo, senza sforzo alcuno.
“Finalmente siamo giunti all’ultimo livello: un dildo a forma di mano, per introdurti all’arte del fisting. Come ti ho detto prima, questo è facoltativo, ma se vi rinunci, l’alternativa sarà obbligatoria, senza possibilità di scelta o di rifiuto”.
Sono ormai totalmente nelle sue mani, soprattutto in senso letterale, per cui mi azzardo a chiedere quale possa essere l’alternativa, temendone al contempo la risposta.
“Ti infilerò nuovamente il primo dildo… assieme al mio cazzo. E ti scoperò in doppia fino a quando non sborrerò… sappi che ci metto un bel po’ a venire”.
L’idea di essere scopato a lungo con due cazzi mi fa davvero molta voglia a livello mentale, ma anche capire che forse il dildo a forma di mano sia il male minore, per cui gli dico di proseguire col quarto livello.
“Sapevo che eri uno sportivo, per cui per questo livello ho in serbo una crema speciale, che ti aiuterà a raggiungere il traguardo senza troppo dolore”.
Intinge la mano dentro quel vasetto bianco che avevo visto appena entrati – sembra una sorta di formaggio fresco – e me la spalma sul buco e dentro il buco, utilizzando quattro dita (o forse sono cinque, ma sono talmente aperto che non lo realizzo).
“Questo dildo a forma di mano ti entrerà inizialmente senza alcun problema, e riuscirai a prenderlo per buona parte.”.
Mentre mi parla, entra col dildo senza alcuna esitazione, facendolo lievemente ruotare mentre si insinua dentro il mio culo. Non sento dolore o fastidio, anzi, mi dà quasi piacere perché riempie il vuoto – letterale – lasciato dai dildo precedenti. Il mio cazzo ha preso a sobbalzare, come se fosse colto da spasmi di lussuria.
Un’improvvisa spinta mi fa urlare dal dolore, perché sento che mi sta slabbrando il buco del culo.
“Le nocche stanno cercando di oltrepassare le difese del buco… se non riesci a distenderlo e ad allargarlo a sufficienza, temo che le nocche te lo sfonderanno, perché devono oltrepassare questo ostacolo per raggiungere il loro obiettivo”.
“Ti prego… fermati… ho già sperimentato abbastanza… non sono così aperto come pensassi… ti scongiuro… faccio quello che vuoi ma smettila…”.
Scuro in volto, con un tono perentorio, mi risponde che lui non può interrompere il corso naturale degli eventi, e che comunque io ho poche possibilità di soddisfarlo in questa condizione.
“Se anche volessi scoparti, sei talmente svangato che tu non sentiresti il mio cazzone, ed io non sentirei le pareti del tuo culo stringersi attorno al mio cazzo. L’unica possibilità di godere col tuo culo in questo momento è fistarti, con questo dildo o con la mia mano”.
“No, no, per favore, no… ti supplico… per favore… poi avrò il culo completamente aperto… ti supplico fermati…”.
È tutto invano: ormai sono perduto. Le nocche spingono sempre di più, e sento che stanno passando oltre l’anello… chiedo maggiore lubrificante, e mi mette ancor più crema bianca: credo sia molto oleosa, perché ad un certo punto scivola pure lui col dildo, ed è costretto a rimettersi all’opera.
“Ecco… bravo… arrenditi… le nocche stanno passando… dai, apriti di più troia… so che puoi farcela… smettila di trattenerti e lasciati andare… so che vuoi farlo… qui non c’è nessuno che ti vede e ti giudica… lasciati godere…”.
Sono del tutto sfondato: sento la sua mano appoggiata alle mie natiche, il dildo a forma di mano è dentro in buona parte. Mi sento come se tutta la tensione venisse a mancare all’improvviso.
Enzo entra ed esce dal mio culo, facendo oltrepassare ogni volta le nocche, con quell’effetto strano, quasi elastico, per cui il buco si allarga tantissimo per poi riadattarsi alla forma che lo riempie.
Lo lascia dentro, si pulisce le mani togliendosi tutta la crema, e si avvicina, leccandomi prima un capezzolo, e poi l’altro. Il mio cazzo pulsa fortissimo, da far male.
“Ora che hai una mano – pur finta – in culo, sei molto più sensibile di cazzo. Di solito chi viene fistato perde l’erezione, tu invece ce l’hai ancor più imponente! Bisogna aiutarti a raggiungere l’apice allora…”.
Comincia a masturbarmi, prima molto piano, poi dandomi dei colpi più netti, che mi portano ulteriori spasmi. Non posso muovermi troppo perché, oltre ad essere legato, c’è anche il dildo a forma di mano dentro il mio culo, che mi impedisce movimenti repentini senza farmi male da solo.
Me lo prende tutto in bocca, slinguando l’asta e baciando la cappella con la lingua.
“Aaah caaazzooooo se fai così sborro subito aaah”.
Comincia a succhiarlo senza sosta, e non capisco davvero più nulla.
“Cazzo vengo, sborro, sborro, SBORROOO”.
Gli riempio la gola del mio nettare caldo, che si affretta ad ingollare senza versarne nemmeno una goccia, e subito dopo mi bacia in bocca a fondo. Allo stesso tempo, mi estrae la mano in maniera lenta e indolore, tanto che me ne accorgo solo quando le nocche oltrepassano il buco.
Mi libera i polsi e le caviglie, e mi aiuta a scendere, facendomi sedere per terra, e porgendomi una bottiglia di una bibita con sali minerali.
“Sei stato bravissimo. Se vuoi farti una doccia, il bagno è la prima porta a sinistra. Poi ti meriti un tè caldo coi biscotti, e un bel riposo ristoratore”.
Mi tocco il culo e sento una voragine al posto del buco… tanto che comincio a singhiozzare.
“Oh, non piangere… era quello che volevi ma che non osavi chiedere a voce alta. Ora hai avuto quello che volevi. E non ti preoccupare per il tuo buco spanato: tempo tre giorni, e tornerà come prima. Fallo riposare e mettici tanta crema idratante all’esterno, così la prossima volta te lo scopo col mio cazzone”.
Mi alzo e vado in bagno, barcollando un po’, realizzando di aver ormai passato il punto di non ritorno.
P.S. Vi ricordo che, essendo un racconto, fatti e persone sono puramente frutto della mia fantasia.
I racconti sono, per l'appunto, racconti, ovvero una narrazione in prosa di contenuto fantastico o realistico, ma non per questo una storia vera. Se ritenete che quanto scritto da Dick, Cooper o Apollinaire corrisponda al vero, allora forse dovreste rileggere il significato di “racconto”…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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